Le scarpette al chiodo.

8 Settembre 2010

Sin da bambino ho amato uno sport alla follia,uno solo.

Non ero capace e non sono capace di praticarne altri,il mio sport è il calcio.

Più di uno sport,più di una passione probabilmente per 20 anni è stata una religione.La religione del dio pallone.

Non facevo altro che giocare a calcio, parlare di calcio, pensare al calcio  e vivere di calcio.

Non importava molto diventare il nuovo Roby Baggio o imitare le prodezze di Ronaldo o quel calcio potente di quell’uruguagio che era diventato subito il mio idolo,Recoba.Importava giocare sempre e comunque.

Ricordo che da ragazzo odiavo la discoteca,niente discoteca i sabati pomeriggio li passavo al campetto.Olandese,20-18-18.. o 25-20-20.. a seconda di quanto tempo c’era.

Ore ore di calcio combattuto,discussioni infinite se fosse palo o fuori,se fosse alta o traversa,controbalzo o al volo…che bei tempi.

Bei tempi si,le partite duravano minimo 10 goal fatti e valevano sempre la finale di coppa del mondo.

Ricordo ad  un campo di aver fatto l’europeo con gli altri ragazzi:un animatore per squadra e 4 o 5 virgulti in campo.

Io avevo una squadra collaudata,magari non fortissima ma si puntava sullo spirito di gruppo, non abbiamo vinto ma siamo andati avanti parecchio.Qualché goal in mischia e io a metterci una pezza.

E si perchè al campetto son sempre stato un fenomeno.Quando ero bambino potevo giocare contro chiunque al campetto era dura per tutti.

Ricordo gli anni in squadra a Sampiardarena,ero il più piccolo ma quando mettevamo la palla nel campetto ero la prima scelta,li dietro non si passava.Avessi giocato così anche in campo alla domenica probabilmente sarei al Genoa,capitano in attesa di esultare sotto la Sud dopo un goal al derby.Si si proprio sotto la sud col boato della nord alle spalle e quella massa di ciclisti a insultarmi.

E invece la domenica ero lunatico,giornate da fenomeno con i solchi sulla fascia e giornate anonime.A volte quasi dannoso.Però mi sono tolto delle soddisfazioni,ho fatto qualche goal un paio anche molto belli,ho vinto anche se giocando poco un campionato regionale,qualche torneo,non sono mai stato espulso e mi sono divertito.

E’ stato bello, divertente appassionante.La parte più bella degli allenamenti era la corsa,ho adorato gli anni al Baiardo perchè non gli stavo dietro a quei maledetti.Giocavano 1 anno al Doria poi arrivavano belli sereni a tirare il gruppo per me era una sofferenza finchè non me ne sono andato.Perchè non c’era più posto.

Allora erano gli altri a dover stare al mio ritmo,poi l’inattività e la stanchezza che ti provoca una giornata in università hanno fatto si che al Pieve mi moderassi stavo dietro spesso staccato al mio ritmo.Come i vecchi marpioni mi allenavo conoscendo il mio corpo,i ritmi di quando ero sedicenne da 1 minuto a giro non ce li avevo più.

Però non mollavo mai.Si io ero il mediano di Ligabue quello che non mollava mai.

In campo era una filosofia di vita,ancora quest’anno partita contro una squadra di sudamericani c’era uno che aveva un passo diverso dal mio.Non c’era niente da fare andava il doppio.Eppure ho stretto i denti e ho fatto tanto che non ha visto palla tempo di prenderci le misure.

Però c’era un problema,andare ad allenarsi era una noia,correre,girare,un paio di volte ho anche sperato di star fuori al sabato.Insomma ho finito la stagione che non ne avevo più voglia.

E così ho smesso,basta.La mia religione è tornata ad essere quel che è uno sport.

Un fottuto sport al quale ho dedicato anima e corpo e che mi auguro che mio nipote ora e mio figlio poi(se avrò la gioia e la fortuna di averne uno) non amino mai.

Perchè le risse,gli insulti,il nervosismo..sono una rottura di palle.Un inutile rottura di palle che rendono frustrante la partita.E si perchè giocare è sempre bello,è che ora quando vado a giocare è più il tempo che passo a parlare che quello in cui rincorro avversari,calcio,picchio,mi faccio picchiare..e allora mi sono rotto.

Farò ancora qualche apparizione in AICS,giusto per tenermi un minimo in forma e per riassaporare il gusto della partita.Però niente di più.

Basta allenamenti,basta risse,basta insulti all’arbitro,basta compagni di squadra che la vivono diversamente da me.Semplicemente basta.

Mi resteranno nel cuore i goal,gli amici,i compagni di squadra,le risate,il nervoso,i tornei vinti e quelli persi.

Ma ora non ne ho più voglia.Sono cambiato,probabilmente sono invecchiato male come una bottiglia di vino che ha fatto aceto.

Però non sento dentro quella voglia matta di sacrificarmi per giocare e possibilmente vincere.E se non c’è quella non te lo fa fare nessuno di andare ad allenamento sotto l’acqua,al freddo,di notte.

Quindi è meglio chiuderla qui la mia carriera “da calciatore” e forse ne sarai felice,caro il mio Dio del Pallone uno scarparo in meno a insultare la tua religione.

salut

mashiro

ps i tempi passati sono sempre belli,ma anche il presente non è male.C’è solo molto calcio di meno.

3 commenti

  • layos 9 Settembre 2010a09:37

    Solo che ora devi trovarti uno sport alternativo per evitare di dilagare di panza…. 🙂

    Comunque mai dire mai, un posto in qualche scarponeria di terza, fino a che non diventi 120 kg, secondo me lo rimedi sempre… 🙂

    • Mashiro 9 Settembre 2010a09:39

      la mia fidanzata ti direbbe nuoto quindi non darle strane idee 😉

  • layos 9 Settembre 2010a12:21

    secondo me dovresti fare una qualche arte marziale.