Il trasporto pubblico

22 Settembre 2014

Ieri sera a spizzichi e bocconi guardavo Presa diretta su Rai3.

Debbo dire che negli ultimi anni ho abbandonato sia Report, sia Presa diretta e anche quasi tutti i talk show, da adolescente ero affamato di questo tipo di trasmissioni ora saranno almeno 5-6 anni che non guardo Porta a Porta e almeno un paio che non guardo Ballarò.

Seguo il tg3 perché è un rito a casa mia mangiare con il tg acceso e poco altro.

Lavorando come sviluppatore software il pc è il prolungamento delle mie dita quindi quando ho un momento libero è normale per me andare sui siti di news.

Ne seguo 3 a livello nazionale: repubblica, corriere e ilpost; e altrettanti a livello locale:l’edizione locale di repubblica,il secolo e primocanale.

Li ritengo sufficienti per avere il giusto numero di informazioni su quel che accade nel resto del mondo e di quel che stanno facendo i politici, di che leggi si discute, in quali termini eccetera.

Non guardo le trasmissioni d’inchiesta perché mi faccio del nervoso: sugli argomenti che conosco superficialmente perché spesso in Italia il buonsenso non è stato utilizzato dal legislatore, sugli argomenti che conosco nel dettaglio perché ai drammi legislativi si aggiungono le topiche dei giornalisti che ogni tanto prendono delle cantonate.

Per una serie di circostanze fortuite ieri ho seguito qualche minuto in più di Presa diretta.L’argomento della trasmissione era sul Trasporto Pubblico Locale e oltre ai classici impietosi raffronti con l’estero che a mio avviso lasciano il tempo che trovano hanno fatto vedere un pò di realtà in cui il TPL non funziona per niente.

Io da genovese del servizio pubblico mi lamento ben più che abbastanza: circolare di sera è impossibile, la metro ha praticamente una sola direttrice, arrivare ad Aggio è impossibile. Va un pò meglio su Marassi, ma solo perché ci passano un numero elevato di autobus che ti portano a Brignole da dove è possibile raggiungere ogni destinazione.

Il trasporto pubblico seppur caro è meno caro di quello privato, una macchina o una moto hanno bisogno di revisioni, cambiare alcuni pezzi e di essere assicurati, oltre che ogni tanto di essere cambiati.

Io però se pensassi domani di andare a lavorare in autobus potrei impazzire.

Dovrei partire da casa qualcosa tipo le 7, con sveglia alle 6,30 e pensare di rientrare forse per le 8’30-9 sempre che ci sia una corriera a quell’ora.

Roba da pazzi, significherebbe dire addio alla vita sociale al di fuori del lavoro e star fuori di casa 13-14 ore per lavorarne 8.

Va un pò meglio a Marassi dove mi trasferirò prossimamente visto l’inizio della stagione fredda, ma comunque dovrei perdere almeno mezzora di sonno e rientrare a casa dopo le 7, dovendo comunque fare una passeggiata non cortissima ma nemmeno così banale, soprattutto d’estate con temperature elevate o d’inverno quando magari piove.

Ci fossero le piste ciclabili forse potrei valutare la bicicletta almeno nei giorni di bel tempo, magari a pedalata assistita in modo da non arrivare in ufficio come se avessi fatto una tappa del Tour de France e di riuscire a fare la salita che mi porta ad Aggio senza avere la preparazione fisica di un ciclista ma solo un blando allenamento.

Ma al momento la cosa non è praticabile troppo traffico e totale assenza di piste ciclabili rendono impraticabile la cosa. Per cui per me il mezzo più comodo e migliore per andare a lavorare è la moto che mi fa risparmiare tempo e mi consente di arrivare a casa non troppo tardi e di uscire di casa la mattina non troppo presto.

In ogni caso mi hanno colpito 2 cose in particolare, ammetto che non ho visto tutta la puntata quindi magari gli spunti sono diversi:

-Il fatto che a Napoli per combattere l’inefficienza del servizio pubblico si siano inventati un servizio di taxi alternativo e abusivo; trovo che l’idea sia geniale, per quanto fuori dalle regole.

-Il fatto che sia a Roma che a Napoli i mezzi fossero vecchi e le aziende pubbliche mancassero dei fondi necessari.Anche a Genova le varie aziende di trasporto pubblico lamentano una carenza di fondi, cronica per altro.

Io sul tema ho maturato una proposta: le tasse e accise in genere che colpiscono la benzina non possono essere utilizzate per altro che non sia il trasporto.

Quindi finanziare gli autobus sia come chilometraggio che come cambio di vetture, lo sviluppo e il mantenimento delle metropolitane e per l’ambito ferroviario.

Avanzassero eventualmente dei soldi si potrebbe pensare di finanziare quella serie di strade di pubblica utilità ed eventualmente favorendo la creazione di piste ciclabili o la riconversione delle stesse.

La benzina costerebbe 40-50 centesimi in meno e i servizi sarebbero migliori.

 

 

 

 

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