I love this game

17 Gennaio 2017

Ho smesso di giocare a calcio 3 volte in vita mia.

La prima volta che ho smesso di giocare avevo 18 anni e mi ero stufato di avere intorno a me persone che credevano di essere al Real Madrid mentre per me era un passatempo, da prendere con la giusta serietà ma pur sempre un passatempo: dover rinunciare allo stadio o farmi mille ore di pullman per qualche spiccio e zero minuti in prima squadra non faceva per me.

Ho poi ricominciato alcuni anni dopo nel Pieve ’08, ma ho smesso, o meglio non mi sono cercato altro, quando la squadra non si è più iscritta.Avevo perso un compagno in un terribile incidente d’auto ma più di tutto ero stufo di andare al campo a veder gente litigare o di perdere partite per colpa di ammonizioni ed espulsioni inutili.

Mi hanno richiamato e non ho saputo resistere, forse anche perché ritirarmi dopo quell’anonimo campionato figlio della morte di Alex non mi andava giù.Il biennio che ne è seguito è stato un saliscendi di emozioni: abbiamo vinto il campionato e siamo malamente retrocessi.

Dopo la promozione mi sentivo in pace con me stesso, avevo dato il mio contributo e raggiunto il mio obbiettivo, non avevo forse più nemmeno la grinta e la voglia di andarmi a prendere la salvezza nel campionato successivo non era forse abbastanza.

Tanto che io mi volevo ritirare con un campionato vinto e non farmi trascinare in un campionato da vivere fuori posizione: io mi vedevo mediano davanti alla difesa, l’allenatore più terzino o al limite libero. Due ruoli che detestavo.E nella mia testa quel click di giocare con abnegazione dovunque ci fosse bisogno, come era sempre stato, era su off anche se poi alla fine avevo dato il mio onesto contributo nonostante non fossimo riusciti a centrare la salvezza.

Vuoi per la retrocessione, vuoi per la morte di mia madre, vuoi perché la laurea mi catapultava nel mondo del lavoro con la  la fine dell’avventura Pieve ’08 non avevo più nessun interesse per il gioco e quindi per me era giunto il momento di appendere le scarpe al chiodo.

Quando dopo una stagione lontana dallo sport, sono rientrato in AICS, era più per avere una distrazione che per il lato sportivo.

Questo è il terzo anno di AICS: Domenica dopo Domenica però la voglia di giocare mi sta tornando, dare una mano ai miei compagni, andare a litigarmi ogni pallone, fare quello di cui c’è bisogno, sacrificarmi. Tutte cose che avevo perso nelle mie ultime stagioni.

Ecco la cosa di cui sono più contento è che Domenica sera quando ho finito la partita ero finalmente contento della mia partita, della grinta che ci avevo messo, di essere tornato innamorato di questo sport.

Finalmente dopo tanto tempo non vedo l’ora che sia di nuovo Domenica e non solo per mangiare la pizza:

OOOOOOhhh ZEROOTTO non mollare, facci un goal! E quando dalla Curva questo coro sentirai..vola zerootto non ti lasceremo mai!

 

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