Cosa mi aspetto dal post COVID

31 Marzo 2020

Lo spunto è questo articolo, ma anche altri che parlano di scenari futuri.

Mi sembra evidente che il piano di riaprire a tappe sia inevitabile: il primo e doveroso passo è svuotare gli ospedali e impedire che si riempiano troppo velocemente.

Probabilmente non fosse per i problemi economici staremmo chiusi ancora 30 giorni e non solo 15-20.

Al netto dei problemi economici che sicuramente dovremo affrontare mi aspetto che dopo un breve periodo di precauzioni doverose, sempre perché la priorità è svuotare gli ospedali e le terapie intensive dando anche un pò di tregua a chi lavora con carichi insostenibili da più di 1 mese, tutto torni quasi come prima.

Servirà anche per dare tempo alla scienza e alla tecnologia.

Siamo quasi arrivati ad avere test rapidi e affidabili per trovare i positivi.

Può essere che ci chiedano di usare applicazioni di tracciamento o che ce lo propongano come estensione dei nostri smartphone: Google sa già dove andiamo, la Apple pure.

Niente di più facile che siano loro a tracciare i nostri movimenti per conto del governo.

Io ho molta fiducia nel fatto che la polmonite COVID, troverà una sua cura farmacologica sempre meno sperimentale e sempre più standardizzata ben prima dei 12-18-24 mesi in cui avremo forse e sperabilmente un vaccino.

Il tempo servirà anche alle aziende farmaceutiche per adeguare le produzioni dei farmaci in questione.

Magari non sarà possibile far diventare farmaci da banco certi antivirali, probabilmente però si potranno estendere e migliorare i servizi medici domiciliari: meno paziente per medico e visite domiciliari per i sospetti.

Quello che molte regioni cominciano a sperimentare in questi giorni per tenere i malati lontani dagli Ospedali e impedire che le condizioni peggiorino.

L’influenza verrà trattata come possibile COVID per un paio d’anni. Con squadre a casa, tamponi e antivirali particolarmente pesanti per curarla.

Ad oggi il vero problema è che le terapie per il COVID sono sperimentali.

Gli asintomatici gireranno tra noi, gli immunodepressi per un paio d’anni saranno costretti alla mascherina ma agli scenari che prevedono a medio-lungo termine grandissimi cambiamenti alla nostra vita non credo.

Non è credibile che un cinema apra e chiuda 2-3-4 volte in un anno, lo stesso vale per lo sport a tutti i livelli, per il turismo e per ristoranti e bar.

O per parrucchieri e centri estetici.

Non è pensabile, sarebbero tutti business in perdita e necessariamente prossimi alla chiusura.

Il cinema verrà cannibalizzato del tutto dai servizi di streaming, ma il resto non ha sostituti credibili.

E 1-2 anni non sono un lasso di tempo accettabile.

Ovviamente sono i miei 2 cent. Mai come oggi non vorrei trovarmi al posto di chi dovrà politicamente gestire la fine di questa emergenza.

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